Editoriale

Oltre il postmoderno: verso un nuovo paradigma estetico quantistico

Oltre il racconto sul potere e sul fascino che produce il denaro: una critica d’arte per l’era dell’entanglement

di Giuseppe Siano

Teorico dell’arte

Il postmoderno ci ha lasciato in eredità un relativismo concettuale oramai sterile. Ma mentre il mercato celebra il già sentito, una nuova generazione di artisti e teorici esplora altre strade che ai più possono apparire radicali.

Il superamento della crisi attuale dell’arte passa attraverso l’elaborazione di un nuovo paradigma critico che sappia coniugare le acquisizioni delle neuroscienze cognitive con le potenzialità delle neotecnologie, per rinnovare e adeguare l’epistemologia del giudizio estetico ai nostri tempi.

 

Gilles Deleuze parlava di punto di vista come strumento di decodifica. Oggi, la teoria dei qubit ci offre una metafora perfetta: un’opera d’arte può trovarsi in una situazione di 0 e 1 simultaneamente, come il gatto di Schrödinger.

Contro la “democrazia corrottа” in un sistema in cui “il denaro è l’unico valore riconosciuto”, potrebbe essere un’alternativa seguire alcuni “sentieri interrotti” (Heidegger) per “fare luce” sull’arte.  Contro la oramai sterile ideologia del mercato si potrebbe sviluppare una teoria della falsificazione applicata all’arte (Popper), insieme a nuovi parametri di valutazione che non tengano conto solo del valore finanziario-concettuale dell’oggetto artistico, per un’ecologia innovativa del sistema dell’arte.

E la teoria dei qubit offre una metafora potentissima per ripensare ciò che abbiamo individuato come sentire estetico in relazione a ciò che ancora pensiamo come procedimento critico:

  • La sovrapposizione degli stati (opera come sistema complesso)
  • L’entanglement (relazioni non-locali tra opera, contesto e percezione)
  • Il collasso della funzione d’onda (il momento interpretativo)
We Are All Water "" Siamo Tutti Acqua - Yoko Ono.
In basso un particolare

"La prossima rivoluzione artistica nascerà nei laboratori dove si sperimenta la simbiosi tra arte e scienza: tra informazioni codificate in qubit ed emozioni trasmesse attraverso modelli logici e percepite per mezzo d’impulsi elettronici che stimolano direttamente la cognizione nel cervello."

Particolare

Un manifesto per il futuro

Ecco cosa possono fare gli artisti contemporanei, cominciando dall’abbandonare i modelli linguistici della comunicazione del passato, con l’esplorare il”sentire” attraverso i modelli emergenti dalle neuroscienze e dalla teoria dell’informazione, e infine sfidare il mercato attuale fondato sul semplicistico valore economico-finanziario con opere che non possono essere più trasmesse, classificate e analizzate secondo i modelli cognitivi del passato.

Come teorico impegnato da quarant’anni in questa ricerca, propongo inoltre di abbandonare i linguaggi istituzionalizzati, di ripensare la formazione degli artisti e dei critici, di creare laboratori interdisciplinari e di sviluppare nuovi modelli espositivi che tengano conto dell’entanglement attuale, che emerso con la scienza, tra materia e energia.

Sappiamo che il nuovo linguaggio è costruito sull’informazione (1948, teoria dell’informazione) di cui il bit è l’unità di misura con cui organizzare un messaggio; mentre la luce e l’elettricità sono i nuovi strumenti di trasmissione, di codifica e di decodifica dei nuovi modelli con cui si organizzano i messaggi.
 
Bisogna essere consapevoli che oggi percepiamo i messaggi specie attraverso il semplice collegarci a strumenti elettronici.
 
Dobbiamo essere pronti a rispondere criticamente e tempestivamente ai messaggi che raggiungono la nostra mente e sono codificati secondo modelli logici; ovvero organizzati da un altro punto di vista diverso dal nostro che potrebbe minare anche alcune fondamenta della consapevolezza su cui si è sedimentata una propria verità di una informazione.
 
In effetti. siamo esposti, di fatto, anche alla manipolazione delle informazioni pur utilizzando gli stessi termini o concetti, ma organizzati secondo un diverso punto di vista.
 
Il fatto è che bisogna essere consapevoli che i messaggi sono codificati in pacchetti d’informazioni, costruiti secondo propri punti di vista che potrebbero rivelarsi a noi come logiche di seduzione, o come un subdolo imbrigliamento della mente che ci raggiungono dovunque, anche nelle nostre abitazioni.
 
La vera sfida del nostro tempo non è solo tecnologica, ma è anche filosofica e di riorganizzazione del sapere: solo ripensando i fondamenti stessi del “sentire” estetico-cognitivo potremo uscire dalla crisi attuale.
 
Come dimostra anche la storia dell’arte quando l’intendiamo come processo evolutivo. Essa ricorda come ogni vero progresso nasce dal coraggio di mettere in discussione i paradigmi dominanti.
 
I nostri attuali paradigmi da riconfigurare sono innanzitutto la materia e l’energia. Queste non sono più entità divise ma sono in entanglement.
 
Anzi le scienze attuali ci mostrano come la stessa materia è composta da una certa funzionale tipologia di energia. Tutto l’universo sembra sia fondato su energie e campi magnetici di attrazione-repulsione.
 
Già solo con questo cambio di paradigma teorico possiamo comprendere in che modo i movimenti artistici (futurismo, dadaismo e surrealismo) del primo novecento abbiano rinnovato l’arte coi nuovi modelli del sentire i movimenti fisici, del lessico e della psiche. Le loro influenze sono giunte fino a noi; anzi continuano a organizzare ancora oggi in modo relativistico i nostri universi in espansione.
 
Voglio di nuovo ricordare come dapprima ci si concentrò a cogliere il rapporto tra tempo (Bergson) e movimento rispetto a un osservatore (Einstein). Successivamente nel tempo di una visione in un ambiente si sono connessi le conoscenze generate dai movimenti dei corpi, poi dei lessici, della traslitterazione, della sensibilità, della energia pulsionale, poi si sono rilevati nel secondo novecento come “fluxus,” di coscienza, o l’influenza sulla cognizione che produce prima il lettrismo e poi il situazionismo con “la società dello spettacolo” (Debord) etc. … Fino agli attuali modelli che non hanno più come fine il rappresentare ma il configurare in un ambiente dei modelli relazionali.
 
Questi modelli interagiscono e si sovrappongono secondo il punto di vista (Deleuze) che l’osservatore sceglie, e dal quale luogo egli costruisce cognitivamente e misura spazialmente, sempre in modo contestuale, delle relazioni.
 
Skywatch ladders (Treviso version) at Museo Santa Caterina, Treviso - Yoko Ono

Beyond Postmodernism: Towards a New Quantum Aesthetic Paradigm

Beyond the Dictatorship of Money: An Art Criticism for the Era of Entanglement

Postmodernism has left us a legacy of sterile relativism. But while the market celebrates the already heard, a new generation of artists and theorists explores radical paths.

 

Overcoming the current crisis of art passes through the development of a new critical paradigm that can combine the acquisitions of cognitive neuroscience with the potential of new technologies, for a renewed epistemology of aesthetic judgment.

Gilles Deleuze spoke of point of view as a decoding tool. Today, the theory of qubits offers us a perfect metaphor: a work of art can be 0 and 1 simultaneously, like Schrödinger’s cat.

 

Against the “corrupt democracy” in a system where “money is the only recognized value”, there is an alternative, against the ideology of the market it is necessary to develop a theory of falsification applied to art (Popper), new parameters of evaluation beyond financial value, and an ecology of the artistic system.

 

And qubit theory offers a powerful metaphor for rethinking criticism:

  • The superposition of states (work as a complex system)
  • Entanglement (non-local relationships between work, context and perception)
  • The collapse of the wave function (the interpretative moment)

"The next artistic revolution will be born in laboratories where the symbiosis between art and science, between qubits and emotions is experimented."

 

A Manifesto for the Future

Here is what contemporary artists can do, starting by abandoning the languages of the past, to explore feeling through neuroscience and information theory, and finally challenging the market with works that refuse to be quoted.

As a theoretician who has been engaged in this research for forty years, I also propose abandoning institutionalized languages, rethinking the training of artists and critics, creating interdisciplinary laboratories and developing new exhibition models.

The real challenge of our time is not technological, but philosophical: only by rethinking the very foundations of aesthetic “feeling” will we be able to emerge from the current crisis. As the history of art demonstrates, all true progress comes from the courage to question the dominant paradigms.

Teorico e critico d’arte, laureato con lode in Estetica sotto la guida di Mario Perniola, e specializzato in Storia dell’arte ad Urbino, ha collaborato con il professor Mario Costa all’organizzazione di manifestazioni internazionali di Artmedia e ha insegnato Storia e Teoria del Restauro, Estetica e Storia dell’arte in varie università. Autore di numerosi saggi e pamphlet, tra cui il primo testo italiano sulla filosofia cibernetica applicata alle estetiche e alle arti, intitolato “Estetica e cibernetica” (1994).
È trai teorici fondatori della formula Tracker-Art, dedicata alla ricerca artistica, e ha curato vari eventi, mostre e pubblicazioni, tra cui l’introduzione al movimento Archety’Art e la cura di cataloghi di artisti contemporanei. Collabora con riviste specializzate come Juliet Art Magazine, Night Italia, Articolo 33, e la rivista web ZRAlt! a cura di Antonio Gasbarrini, approfondendo temi di estetica, arte elettronica e arti contemporanee